Intervista Studio Matilde

Oggi vi racconto la storia di Serena…

Serena ed io siamo amiche di penna… tramite una mia collaboratrice ho chiesto a Serena di rispondere  a delle domande, come in una intervista.

Dalle sue brevi frasi si arrivano a comprendere i suoi stati d’animo… la difficoltà provata e la speranza trasmessa… perché ormai sua figlia Ilaria (nome di fantasia) ora è alle superiori e il suo DSA lo vive con serenità e consapevolezza.

Descrivere il modo in cui siete venuti a conoscenza della piccola difficoltà di vostro figlio.

Ve ne siete accorti voi a casa, facendo i compiti, oppure vi hanno avvisati dalla scuola?
Data di inizio del percorso conoscitivo e relazione con il periodo scolastico.  

Ci siamo accorti di alcune piccole difficoltà di mia figlia alla fine della seconda elementare. Ce ne siamo accorti noi genitori facendo i compiti a casa.

Mia figlia adesso frequenta la 1^superiore.

Come avete affrontato l’argomento con scuola e bimbo?
Qual è stato il vostro trascorso di primissime emozioni a riguardo?

Ne abbiamo parlato con le insegnanti, ma purtroppo secondo loro nostra figlia era solo svogliata e poco attenta.

Le prime emozioni sono state: sconforto e grande confusione.

Chi vi ha spiegato l’iter delle visite da seguire e la modalità? La scuola vi ha supportati con sportelli addetti al problema?

Ci siamo rivolti, tramite un’amica insegnante, ad una psicologa che ci ha spiegato come muoverci per iniziare l’iter delle visite: visita oculistica, audiometrica e dal foniatra.

Il foniatra poi ci ha mandato all’ASL per un ciclo di incontri con la logopedista.
Siamo stati contattati da una neuropsichiatra e da una psicologa.

G./B. Come avete vissuto questa esperienza all’interno della vostra famiglia?
Relazione con i fratelli più piccoli e/o più grandi?

È stato complicato spiegarlo e farlo accettare a mio marito.

G./B. Come avete vissuto il percorso di diagnosi? Avete notato dei benefici?

Il percorso per arrivare alla diagnosi è stato vissuto serenamente.
Dopo un periodo di riabilitazione dalla logopedista, dall’inizio della 3^ elementare, la diagnosi è arrivata all’inizio della 4^.

I documenti quanto sono stati “fermi” all’ASL prima di ricevere la certificazione? Quanto è durato e dopo quanto tempo siete riusciti a portare la certificazione completa a scuola?

I tempi sono stati minimi, mi ha chiamato la neuropsichiatra e, nel giro di qualche giorno, ho avuto la diagnosi.
L’ho portata all’inizio della 4^ elementare.

G./B. Che tipo di approccio avete ricevuto dalla scuola dopo la consegna della certificazione? Avete vissuto frustrazioni, incomprensioni o ingiustizie da parte di qualche docente/insegnante? Se sì, che emozioni avete provato? Avete avuto bisogno di un esperto/specialista che parlasse con i docenti?

Alla fine della 3^ elementare ho deciso di spostare mia figlia in un’altra scuola, perché mi sono resa conto che le insegnanti, nonostante le mie ripetute e pacate sollecitazioni, non avevano alcuna intenzione di adattare la loro didattica a chi, come mia figlia, avesse delle difficoltà (anche se non ancora riconosciute dalla diagnosi): non c’era proprio possibilità di dialogo.

Nella nuova scuola, gli insegnanti si sono mostrati più comprensivi, ma con poche conoscenze sui DSA.

L’ambiente era più sereno e mia foglia andava a scuola volentieri.

G./B. La scuola ha consegnato dei PDP esaustivi? Erano sufficienti? Se no, come avete rimediato al problema? Vi siete fatti seguire da un Tutor specializzato aiuto compiti? Se sì,vi ha aiutato nel percorso verso l’autonomia. Se sì, ha collaborato con la scuola con confronti periodici e costruttivi?

I PDP erano esaustivi e sufficienti.
Nel passaggio alle scuole medie inferiori ho richiesto un colloquio con tutti gli insegnanti e la psicologa, perché nella diagnosi si parla di “Disturbo misto delle capacità scolastiche”, ma va spiegato cosa significhi e molto spesso gli insegnanti non ne hanno la minima idea, e poi ogni ragazzo è un caso a sé.
Nelle scuole medie ci siamo trovati bene con i professori.
Non è mai stata seguita da un Tutor DSA“.

SP./G. Avete rinnovato la certificazione DSA più volte nel corso del tempo? Si sono visti dei miglioramenti?

La certificazione è stata rinnovata nel passaggio tra la scuola media e la scuola superiore.
Le difficoltà non sono scomparse, ma è riuscita a compensare bene.

G./B. Cosa suggerireste a chi deve ora percorrere questo percorso? Consigliereste loro qualcosa nello specifico?

Suggerirei di trovare dei gruppi di genitori con cui condividere le esperienze per sentirsi meno soli.
Vivere serenamente perché, crescendo, i ragazzi riusciranno comunque a trovare il loro metodo di studio.
Mantenere buoni rapporti con gli insegnanti, ma non abbassare mai la guardia.

SP./G./B./T. Cosa vi ha lasciato questa esperienza?
Quanto è importante scoprire la piccola difficoltà di apprendimento per tempo?
Quanto è importante definire una diagnosi specifica per tempo?
A cosa si va incontro se si decide di aspettare?
Che emozioni positive e negative vi hanno scosso durante questo percorso?

È molto importante scoprire precocemente le difficoltà di apprendimento perché se non si interviene subito si rischia di minare l’autostima del bambino.

Grazie Serena, grazie per la Tua testimonianza e per gli utili consigli.

Grazie per averci illustrato la strada percorsa, ormai qualche anno fa… Oggi il periodo è più favorevole all’argomento, se ne parla di più e c’è più possibilità di trovare informazioni utili.

Serena ha dovuto cavarsela da sola…

Le istituzioni che vedono i nostri figli come degli svogliati, tanto da costringerci a cambiare scuola…

• Le difficoltà di accettazione del problema da parte di uno dei due genitori…
• L’importanza di agire velocemente perché si rischia di minare l’autostima dei nostri bimbi…

In tantissime famiglie con bimbi DSA si vivono queste peripezie che, come un labirinto, ci allontanano dall’obiettivo che tutti i genitori hanno: “Far star bene nostro figlio, farlo vivere sereno ed in salute.”

Rendere il proprio figlio autonomo nello studio, proprio come abbiamo visto con Ilaria e Serena nell’intervista è possibile, ci vuole tempo, ma ormai i metodi dispensativi e compensativi, tecnologici e non che esistono, sono moltissimi e di altissimo valore.

L’aiuto nell’organizzazione dei compiti e nel pianificare il lavoro a casa spesso non può essere affidato a mamme che lavorano 8 ore e che non hanno le competenze per aiutare concretamente il proprio figlio.

In queste circostanze è bene affidarsi ad un Tutor Aiuto compiti, laureato in rami specifici e che abbia frequentato Master o corsi di specializzazione per DSA Homework Tutor.

Il Tutor è un professionista che può sostenere il bambino nei compiti quotidiani, con specifiche competenze nella gestione di bambini con DSA. Collabora attivamente con Famiglia, Scuola e Professionisti, creando attorno al bimbo DSA un Team di Lavoro a 360°.

Il Tutor osservando il Vostro bimbo, sceglierà e spiegherà nello specifico la didattica con il metodo di studio più adatto alle difficoltà di apprendimento del piccolo, lo accompagnerà e accompagnerà la famiglia verso l’autonomia nello studio.

Serena, un’ultima domanda?
Se tornassi indietro, affiancheresti a Tua figlia la figura di un Tutor?
Che oltre ad aiutare la Tua bimba, sarebbe stata una figura di confronto e consolazione, per te e Tuo marito?

Sì, a suo tempo fosse esistita un professionista simile… avrei pensato potesse essere utile per mia figlia, mio marito e me!

Avrei trovato quel “complice” che mi avrebbe aiutato nel confronto con la scuola di Ilaria, avrei trovato una persona che forse avrebbe fatto capire a mio marito quanto fosse importante agire rapidamente per il bene di nostra figlia!