Si ritiene importante evidenziare che un percorso diagnostico, in caso di sospetto DSA, può avviarsi non prima del secondo quadrimestre della seconda classe della scuola primaria e dopo un periodo di osservazione non inferiore ai sei mesi nel corso del quale la scuola è tenuta ad attivare interventi di potenziamento didattico e recupero delle possibili difficoltà.
Il primo momento di indagine clinica è utile per effettuare una diagnosi differenziale attraverso un’approfondita raccolta anamnestica non circoscritta all’area scolastica, che comprenda informazioni circa eventuali complicazioni durante il parto o postnatali, l’età in cui sono state raggiunte tappe evolutive importanti quali la deambulazione, il linguaggio o altre autonomie prassiche e motorie al fine di escludere la presenza di patologie sensoriali o neurologiche, possibili cause del disturbo dell’apprendimento.
In un secondo momento, lo psicologo dell’età evolutiva procederà con la somministrazione di test cognitivi multidimensionali indispensabili per accertarsi che le difficoltà presentate siano comprese nei criteri diagnostici dei DSA.
Verrà delineato il quoziente intellettivo e il profilo funzionale con particolare attenzione agli aspetti emotivi/relazionali che non possono essere disgiunti da quelli cognitivi.
Il logopedista invece valuterà le abilità scolastiche al fine di verificare il livello di apprendimento raggiunto nelle principali aree scolastiche.
Nella relazione finale, dovranno essere riportate l’ipotesi diagnostica e le indicazioni utili su come affrontare le difficoltà sia a scuola che a casa. Questa potrà essere accompagnata dalla descrizione del profilo di abilità utile a costruire un ritratto completo del bambino in questione esplicitando aree di forza e di debolezza. La relazione clinica dovrebbe contenere anche il punto di vista del soggetto, ovvero ciò che lui stesso, nel progetto di aiuto allo sviluppo, considera più significativo per sé, nello specifico la percezione che lo studente ha delle sue difficoltà e la relativa consapevolezza.
Agire per tempo è fondamentale perché una difficoltà nell’apprendimento è, spesso, causa di insuccessi scolastici e di attribuzioni intrinseche negative e significa interrompere al più presto il circolo vizioso che collega rendimento scolastico, autostima, motivazione, sentimenti e identità personale.
Agire per tempo permette di migliorare nei bambini dislessici la consapevolezza delle proprie potenzialità e l’accettazione di Sé, la motivazione allo studio e alla ricerca di un metodo di studio funzionale che valorizzi le inclinazioni e le particolarità di ciascuno per edificare l’autonomia personale in ambito scolastico.
Redatto da una nuova collaboratrice EVOLVIS
Psicologa Marika Lovecchio
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