Grazie allo Sportello di Ascolto Psicologico Evolvis!

Testimonianza di chi ha scelto un supporto professionale

Ci sono genitori molto attenti e premurosi, che appena vedono che il proprio figlio barcolla sotto il peso dei compiti e dello studio quotidiano, cercano immediatamente di capire cosa sta accadendo, si confrontano con le maestre e immediatamente agiscono se, le maestre confermano una lentezza negli apprendimento.

Oggi non parleremo di loro…

Oggi daremo voce a molte mamme che hanno osservato il proprio figlio non riuscire, lo hanno aiutato nei compiti e nello studio quotidianamente e… probabilmente… si sono anche state informate dalla scuola che sarebbe stato necessario svolgere degli accertamenti, MA…

Sono ancora FERME alla casella numero 1 nel grande “Gioco dell’Oca”, interessante metafora della vita, alla fase chiamata ACCETTAZIONE!

Ci siamo passati tutti…

Chi ha preso il “Dado” ed ha immediatamente giocato al suo turno… ha agito e ha immediatamente provato a risolvere la questione… tranquilli sono in pochissimi…

Chi invece ha meditato il da farsi, ha preferito attendere, per “Vedere se le cose migliorano da sole”, chi non ha voluto credere che ci fosse un piccolo problema da risolvere…

Probabilmente è stato afflitto da pensieri come:

“Mio figlio non è stupido!”

“Marco ha solo bisogno dei suoi tempi! Sono le maestre a non riuscire a seguire la classe come si deve!”

“Troppi compiti e troppo studio… danno troppo da fare… con Andrea passiamo pomeriggi interi immersi nello studio!”

“Del resto anche io alla sua età non ero proprio una cima… eppure ora sono un Manager di successo!”

Anche io ho atteso tanto prima di richiedere la prima visita logopedica, pur sapendo che mia figlia aveva difficoltà nell’esprimersi, ero stata informata dalle maestre, ma ERO TERRORIZZATA!

Non volevo accettare che mia figlia avesse bisogno di aiuto per apprendere un parlato fluido, mi sentivo in colpa, dietro a Lei che non riusciva ad esprimersi, c’ero io che mi stavo convincendo di non essere stata capace ad insegnarle a parlare bene…

E questa sensazione trasportata alle difficoltà a scuola… fa sentire i genitori complici e responsabili di:

• Aver scelto una scuola piuttosto che un’altra
• Non essere abbastanza presenti ne momento dei compiti e dello studio con i propri figli
• Non aver fatto abbastanza perché il proprio figlio comprendesse quel determinato argomento e prendesse un bel 10!
• Non si accorgano, come del resto avevo fatto io a mio tempo, che il proprio figlio soffre, per la situazione che sta vivendo e reagisce, rifiutando la scuola, facendosi venire mal di pancia o forti mal di testa….

Quanti di coloro che ricoprono il ruolo di genitori conoscono:

• I punti di forza dei propri figli?
• Se le difficoltà a scuola dipendono da una reale mancanza di abilità o da aspetti emotivi?

Quando si parla di difficoltà a scuola si affronta sempre l’argomento Dislessia, Disturbi Specifici dell’Apprendimento, Disturbi del Linguaggio ecc…

Spesso si tratta solo di difficoltà passeggere che derivano da una fatica nel gestire le proprie emotività… e questo noi genitori non sappiamo “diagnosticarlo” ne tanto meno trattarlo… Che questo aspetto sia conosciuto dagli insegnanti è ancor meno probabile…

In quale circostanza i genitori vengono avvisati  che un bimbo potrebbe manifestare difficoltà nella scuola perché ha dei blocchi emotivi… che comprendono altri aspetti della sua vita? IN NESSUNA E DA NESSUNO!

Certo è che se sapessimo che il rendimento scolastico è in strettissima relazione con le emotività dei nostri bambini, molto probabilmente non ci ostineremmo SOLO ad aiutare i nostri figli nel momento dei compiti e nello studio, ma approfondiremmo l’argomento… chiederemmo aiuto…

Già perché nel momento in cui si realizza questo e si chiede supporto… si scopre che:

“Ho impiegato mesi per decidermi… mio figlio aveva bisogno di aiuto! Poi… ho conosciuto grazie ad internet EVOLVIS e gli psicologi del servizio “Sportello di Ascolto Psicologico” mi hanno aiutato a capirecome potevo aiutare concretamente mio figlio, che strategie utilizzare da subito per imparare a conoscere meglio i suoi punti di forza e svolgere i compiti con serenità rispettando i suoi tempi e sfruttando i suoi modi, adattandomi io alla sua modalità di apprendimento e non pretendendo che Lui assimilasse il mio metodo… In fondo si può insegnare ad un bambino cos’è una linea retta anche camminando insieme mano nella mano!”

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Da oggi più nessuno si sentirà SOLO!