Come evitare importanti errori di valutazione e di comportamento nei confronti degli errori scolastici
Il concetto di errore è legato molto alla cultura ed in Italia l’errore scolastico fino a 15 anni fa era collegato al senso di colpa…
Se lo studente sbaglia… qualcuno la colpa ce l’ha!
Fino a 15 anni fa si era proprio convinti che ci fosse un “Travaso diretto tra colui che insegna e colui che impara”, oggi comprendiamo quanto questo sia improbabile proprio grazie ai salti da giganti fatti nella scienza e soprattutto nelle neuroscienze.
Ciò implica che nella scuola l’insegnante ricopre il ruolo del GIUDICE attribuendo al errore scolastico un valore morale.
Il Giudice valuta l’inadeguatezza del soggetto rispetto alle richieste della scuola.
Da 15 anni a questa parte si è aggiunto un ulteriore sfaccettatura alla definizione di ERRORE: L’errore è sintomo di una patologia cerebrale che potrebbe essere più o meno grave.
Gli errori possono essere sintomo di difficoltà di apprendimento, ma prima di definirli segnali che riconducono a patologie cerebrali è necessario svolgere un elevato numero di analisi e test.
Quindi dal errore visto come valore morale si passa al errore visto come MALATTIA (disfunzione, cerebrale organica a base genetica… ovvero Dislessia, Disgrafia, Discalculia, Disortografia).
I bambini con Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono condizioni rare che se riconosciute per tempo, si manifestano in un’età in cui il cervello è plastico e con corrette attività è possibile modificarne o migliorarne la struttura cerebrale, riducendo gli errori e quindi il disturbo. Ciò non significa che si annullerà la dislessia, ad esempio, ma si acquisiranno strategie alternative al ottenimento di ottimi risultati.
Prima di continuare…
Racconto la storia di una ragazzina che nata con una grande malformazione cerebrale, a 3 anni ha subito l’asportazione dell’intero emisfero sinistro. I dottori e gli scienziati che l’hanno seguita, sapendo che nell’emisfero sinistro vi è la sede delle funzioni di linguaggio, temevano non avrebbe potuto parlare o imparare a comunicare come i suoi coetanei… invece la seguirono e a 7 anni questa bimba conosceva 3 lingue. Questo sta a dimostrare come è possibile stimolare il cervello in età evolutiva, nella fase in cui esso è più plastico, anche se apparentemente sembra impossibile, per recuperare o perfezionare le sue funzioni.
Ora possiamo ben intuire come e quanto è importante:
Tornando al errore…
La Dott.sa Lucangeli durante le sue lezioni e durante le varie conferenze definisce il cervello e tutto il sistema nervoso un “Ribollitore Biochimico che produce energia”. Esattamente il cervello durante le sue funzioni genera 3 Herz a riposo e 9 Herz da cosciente.
Indovinate un po’?
L’ingozzamento intellettivo consuma energia… quindi se si studia:
il nostro cervello da 9 Herz consuma energia scendendo a voltaggi più bassi.
Ma allora cosa crea energia nel cervello?
E’ il sistema limbico, che attraverso le emozioni crea l’energia che serve al cervello per svolgere le sue funzioni. Tutte le emozioni positive come gioia, allegria, gratitudine… generano energia e manifestano il nostro BEN-ESSERE, ma anche tutte le emozioni negative vissute per pochissimi secondi e non in maniera ripetuta nel tempo come paura, terrore, angoscia… generano adrenalina ed energia perché preparano il corpo a mettersi in salvo, a fuggire manifestano quindi il nostro MAL-ESSERE in una determinata circostanza.
Cosa provoca dunque l’errore nei bimbi in età plastica?
L’errore nei bimbi della scuola primaria e secondaria provoca emozioni costanti e latenti che tengono il corpo in costante Allert. Queste onde cerebrali, appunto causate da emozioni negative come paura, ansia, angoscia, terrore, sentirsi inadeguati, riducono le esperienze piacevoli come del ridere, del gioire, della curiosità, dell’intesa, della condivisione etc. Le prime diventano così predominanti sulle seconde e proprio in questa età plastica, il cervello le renderà permanenti.
Concludendo…
I bambini vivono l’errore come ad esempio l’incapacità di calcolare 2+2 e rispondere… =3 oppure gli errori di interpretazione “La mia mamma o la mia maestra sono i miei GIUDICI”. Entrambi gli errori provocano ansia ed altre emozioni negative che si cronicizzano nelle memorie delle cellule cerebrali.
Durante lo studio inoltre, se si vivono emozioni come angoscia, paura, ansia, senso di inadeguatezza etc… queste stesse emozioni rimarranno agganciate a ciò che si è memorizzato e nel momento in cui ricorderemo queste informazioni… indovinate un po’ cosa riporteremo “a galla”? Proprio le emozioni che abbiamo vissuto studiando!
La costanza di emozioni negative, vissute a scuola e nello studio in relazione agli errori commessi e al modello prestazionale, disturbano le proprie funzioni e si va in tilt, ovvero non si riesce più a correggere da soli l’errore. Da qui facilmente comprendiamo i numerosi casi di bambini in difficoltà scolastica, che rimangono per anni in lista di attesa per i controlli e i test, che non riceveranno alcuna diagnosi…
Il problema che vi è sotto un singolo o ripetuto errore… qui è di enorme portata… ce ne stiamo rendendo conto?
Le due emozioni nemiche dell’apprendimento sono il senso di colpa e la paura:
Ecco come trasformare l’errore in un percorso di crescita?
Le soluzioni che arrivano dalle neuroscienze sono le seguenti…
Gli studenti per evitare errori di valutazione e considerare gli errori come passaggio necessario per gli apprendimenti hanno bisogno di:
Sarebbe una meraviglia!
Tratto da recenti conferenze della Dott.sa Daniela Lucangeli e con spunti dal Educazione Emozionale (Paolo Mai)
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